Decreto Sostegni: le misure per imprese, lavoro e famiglie

Scostamento di 32 miliardi in 5 aree di intervento. L’obiettivo del Governo è “dare più soldi possibile il più velocemente possibile” (Decreto-legge n. 41/2021)

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19” (c.d. Decreto Sostegni – testo in calce).

32 miliardi di scostamento (di cui 11 per imprese e professionisti, 5 per il piano vaccini, 8 per il lavoro e per la lotta alla povertà) organizzati in 5 aree di intervento: imprese e partite iva, lavoro, salute e sicurezza, enti territoriali, trasporto e scuola. Cancellate le cartelle esattoriali 2000-2010 per i redditi fino a 30 mila euro. Ecco i punti principali dell’atteso decreto, presentato in anteprima venerdì 19 marzo in conferenza stampa.

Obiettivo del Governo: “dare più soldi possibile il più velocemente possibile”.

Le parole di Draghi (poche ma importanti) in conferenza stampa

Senza enfasi, con frasi asciutte e visione pragmatica, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa di venerdì 19 marzo, riassumendo il contesto economico europeo, le modalità operative del Governo e i contenuti dell’atteso Decreto Sostegni.

E’ stato definito dallo stesso Presidente un “decreto in risposta alle povertà”, “il massimo che si è potuto fare” con lo scostamento di bilancio da 32 miliardi di Euro varato dal precedente Governo, anche se il Consiglio dei Ministri è ben consapevole che si tratta di “un primo passo, e che ce ne sarà un secondo assolutamente necessario” . Già ad aprile, ha annunciato il Presidente, occorrerà varare nuovo deficit per altri aiuti, i cui numeri saranno da calibrare in base all’andamento dell’epidemia, della campagna vaccinale e conseguentemente delle previsioni sulla crisi economica.

Alla domanda sulle conseguenze che deriveranno da una continua emissione di debito pubblico rispetto al patto di stabilità, e quindi ai pericoli di maggior carico fiscale sui cittadini, Draghi ha risposto senza giri di parole che “Questo è l’anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi”“verrà il momento in cui dovremo guardare al debito ma non è questo”. Il contesto del nostro Paese, ha chiarito il Presidente, è quello di un’economia in piena recessione accanto ad altre economie in recessione. Il riferimento esplicito è stato a Germania, Spagna e Francia che in questi giorni hanno dovuto approvare nuovi scostamenti di bilancio. Guardando quindi al futuro dell’Europa e ai vincoli del patto di stabilità, il pronostico di Draghi è che “Le regole del patto di stabilità verrano discusse, ma pare difficile che possano restare uguali”.

Interpellato poi sul MES, (tema di acceso confronto per mesi tra i partiti politici) il Presidente ha sintetizzato in due battute la sua linea: al momento il livello dei tassi di interesse è tale per cui non converrebbe prenderlo. Per di più il Mes andrebbe investito nella sanità, in un momento in cui non c’è ancora un piano sanitario condiviso da tutte le forze politiche. Si tratterebbe quindi per adesso di un “dilemma” prematuro.

La stessa visione pragmatica usata in tema di politica economica, è stata ribadita rispondendo alle domande sul disallineamento degli Stati europei rispetto al piano vaccinale: “il coordinamento europeo ha un valore aggiunto in tantissimi aspetti”, ma occorre guardarlo con “pragmatismo” e senza teorie preconcette, “se funziona si segue altrimenti non si segue”.

E sulle diversità di vedute tra i partiti politici della maggioranza, la risposta si è concentrata in una battuta ancora più netta: tutti i partiti si sono portati eredità fatte di annunci e bandiere identitarie, “si tratta di chiedersi quali sono quelle di buon senso e quali quelle a cui si può rinunciare senza fare un danno né alla propria identità né all’Italia.

Infine, a chi, scendendo sul piano personale, gli ha chiesto come vive l’enorme attesa che il Paese ha su di lui, e cosa si aspetta dal suo impegno, il Presidente ha confidato con ironica modestia: “Che le future delusioni non siano uguali allentusiasmo che c’è oggi: questo è il minimo che mi aspetto”.

Novità del decreto e struttura

I capisaldi del nuovo decreto sono tre:

  • sostegno alle imprese
  • sostegno al lavoro
  • lotta contro le povertà

Il decreto è strutturato in 5 aree di intervento:

  1. Contributo a fondo perduto per tutte le partite iva per un totale di 11 miliardi (su una platea di 5,7 milioni di soggetti, 3 milioni riceveranno fondi pari a circa 3.700 Euro a soggetto)
  2. Sostegno al lavoro e contrasto alla povertà, cui sono destinati 8 miliardi;
  3. Salute e sicurezza, per le quali sono stati stanziati 5 miliardi: la posta principale è prevista per l’acquisto di vaccini e farmaci (2, 8 miliardi), il resto per i fondi per la logistica, il fondo per la produzione di vaccini in Italia, l’ intervento per coinvolgere i medici di base nella vaccinazione, l’intervento per le farmacie e i covid hospital;
  4. Enti decentrati: il decreto ha stanziato fondi finalizzati a compensare comuni, province ed enti territoriali per la perdita di gettito e per sostenere il trasporto pubblico locale; Per quest’ultimo settore sono stati stanziati 800 milioni di Euro anche allo scopo di incrementare le corse e garantire un miglior raccordo con gli orari delle scuole;
  5. Istruzione, cultura, sostegno alle filiere agricole, e altri settori con crisi particolari, sono oggetto di attenzione nell’ultima parte del decreto. In particolare, alla scuola vanno 150 milioni di Euro per garantire da adesso fino a giugno la continuità in sicurezza dell’attività didattica in presenza, ed altri 150 milioni per consentire attività di potenziamento delle competenze ed il recupero della socialità dei ragazzi nel periodo successivo alla fine dell’anno scolastico.

L’obiettivo complessivo del decreto nella visione del Governo è “dare più soldi possibile e più velocemente possibile”, e infatti lo stesso Draghi ha sottolineato due novità rilevanti rispetto ai “ristori” disposti dal precedente Governo:

  • l’abbandono dei codici Ateco, che avevano lasciato fuori tante partite iva
  • la velocità nei pagamenti.

Per accelerare i tempi di erogazione dei contributi, l’agenzia delle entrate ha messo a disposizione una piattaforma telematica, e i pagamenti inizieranno già dall’8 aprile prossimo.

La platea dei beneficiari

Le imprese, i professionisti ed i lavoratori autonomi, con fatturato annuo sotto i 10 milioni di Euro, saranno destinatari di un contributo a fondo perduto per riparare le perdite subite nel 2020. Misure ad hoc sono state varate per fronteggiare la crisi delle grandi imprese.

Una speciale attenzione è stata dedicata al settore del turismo. Come ha ricordato Draghi in conferenza stampa: “è un settore dove vale veramente la pena continuare ad investire perchè sappiamo per certo che finita la pandemia il turismo tornerà”. Le aziende del turismo sono destinatarie di misure orizzontali, sia come parte dell’intervento da 11 miliardi per il fondo perduto destinato alle imprese, sia attraverso il sostegno previsto per il pagamento delle bollette elettriche, sia tramite l’intervento in favore dei lavoratori stagionali. 700 milioni di Euro sono destinati alla filiera della montagna. Sono stanziati inoltre 200 milioni di Euro, da ripartire tra Regioni e Province autonome, per aiutare le imprese di ristorazione e le attività commerciali dei centri storici, e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati.

Il nuovo decreto ha stabilito un’indennità di 2400 Euro per i lavoratori del turismo, termali, stagionali, dello spettacolo e per i lavoratori atipici. Per i lavoratori dello sport è stata prevista un’indennità tra i 1200 e 1600 Euro.

Il fondo lavoratori autonomi consentirà l’esonero contributivo.

Nei confronti dei meno abbienti o di chi ha perso il posto di lavoro è stato esteso il reddito di emergenza, ampliando la platea dei destinatari ed innalzando gli importi stanziati.

Incrementato di 100 milioni il fondo a sostegno del terzo settore, e di 10 milioni il fondo per il reddito di ultima istanza dei professionisti.

Per i lavoratori a tempo determinato è stata prevista la possibilità di un ulteriore rinnovo di 12 mesi dei contratti in scadenza.

Condono fiscale

Le cartelle esattoriali fino a 5 mila Euro (che equivalgono ad un netto di 2500 Euro oltre sanzioni e interessi), relative al periodo 2000-2010 saranno cancellate per quanti hanno un reddito inferiore alle 30 mila Euro annue.

Si tratta in realtà di una misura che annulla crediti che lo Stato non è riuscito finora a recuperare. Questa incapacità nel recupero delle cartelle esattoriali, (ha rilevato in conferenza stampa il Presidente Draghi) impone una riforma del meccanismo di riscossione, per evitare che in futuro continuino ad accumularsi milioni di cartelle per crediti fiscali dello Stato che non possono essere incassati.

Fondo perduto a imprese e professionisti

Non si chiamano più ristori, ma “sostegni”, i contributi a fondo perduto previsti dal Governo per imprese e partite iva. Le nuove regole tracciate dal decreto per riparare le perdite causate dal Covid sono le seguenti:

  • condizione: perdita nel 2020 del fatturato e dei corrispettivi pari almeno al 30% rispetto al 2019;
  • parametro di calcolo: si calcola la media della perdita mensile di fatturato e corrispettivi tra l’anno 2019 e l’anno 2020;
  • importi per fasce: l’ammontare dell’indennizzo è del 60% per le imprese sotto i 100 mila Euro, del 50% per quelle tra 100 e 400 mila Euro, del 40% tra 400 mila e 1 milione di Euro, del 30% tra 1 e 5 milioni, del 20% tra 5 e 10 milioni;
  • limite di fatturato: sostegni per le imprese fino ad un fatturato annuo di 10 milioni di Euro;
  • contributo massimo: l’indennizzo non potrà in ogni caso superare i 150 mila euro;
  • contributo minimo: l’indennizzo non potrà essere inferiore a 1000 Euro per le persone fisiche e 2000 Euro per le persone giuridiche;
  • beneficiari: non ci sono limiti legati ai codici Ateco.

Blocco dei licenziamenti e cassa integrazione

Sul fronte del lavoro, in considerazione del perdurare della crisi e del prolungarsi dell’epidemia, al fine di evitare l’impatto sociale ed economico di un boom di licenziamenti, il Governo ha rinnovato la proroga della cassa integrazione ed il blocco dei licenziamenti.

Proroga della cassa integrazione:

  • per la cassa integrazione ordinaria: previste altre 13 settimane tra il 1 aprile ed il 30 giugno
  • per la cassa integrazione in deroga: ulteriori 28 settimane tra il 1 aprile ed il 31 dicembre.

Blocco dei licenziamenti: fino a giugno per le imprese che beneficiano della cassa integrazione ordinaria e fino ad ottobre per quelle in cassa integrazione in deroga.

Reddito di emergenza e reddito di cittadinanza

Venendo agli Interventi per il contrasto alla povertà, sono state previste altre 3 mensilità (da marzo a maggio) per il reddito di emergenza.

E’ stato anche rifinanziato il reddito di cittadinanza per 1 miliardo di Euro, aggiungendo alla vecchia disciplina una novità, finalizzata a non disincentivare chi trova lavoro. Secondo la nuova disposizione normativa, infatti, quando uno dei componenti del nucleo familiare stipula un contratto a tempo determinato che provoca l’aumento del reddito del nucleo familiare oltre il limite previsto per il beneficio, il reddito di cittadinanza resta sospeso fino al massimo di 6 mesi, senza necessità, al termine del periodo di sospensione, di riavviare le pratiche per la concessione del beneficio.

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