Prodotti per la sanificazione: ecco gli effetti sulla vostra salute

La sanificazione degli ambienti di lavoro è un’operazione fondamentale per la prevenzione da Coronavirus: vediamo quali sono i prodotti efficaci e quali sono le conseguenze sulla nostra salute

Nella situazione in cui viviamo ormai da più di un anno è fondamentale avere sempre in mente le buone prassi di igiene:

  1. mantenere il distanziamento sociale;
  2. indossare le mascherine protettive;
  3. igienizzarsi le mani e sanificare gli ambienti.

Queste “buone prassi” sono entrate così a fondo nella nostra routine che ad esempio,  anche quando vediamo un vecchio filmato o in tv o sulle piattaforme social, spesso osserviamo che questi principi non vengono rispettati, realizzando solo dopo che quelle immagini fanno parte ormai del passato.

Proprio il terzo punto, che riguarda la sanificazione degli ambienti, è una procedure di fondamentale importanza introdotta dal protocollo Covid ematao da Governo il 24/04/2020; ma queste procedure di sanificazione possono creare anche qualche pericolo per la nostra salute? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

Quadro normativo

Sappiamo per certo che tutti i prodotti che acquistiamo sono sicuri, secondo le normative vigenti, nella fase di pulizia andranno utilizzati prodotti autorizzati secondo quanto stabilito dal Reg. (CE) N.648/2004 sui detergenti per gli igienizzanti ambientali o dal Reg. (CE) N.1223/2009 sui prodotti cosmetici per gli igienizzanti per la cute.

Diversamente, nel caso della disinfezione, i prodotti applicati ricadono nel contesto normativo del D.P.R. N.392/1998 sui Presidi Medico Chirurgici, insieme al Provvedimento del 5 febbraio 1999, o del Reg. (UE) N.528/2012 sui biocidi (noto come BPR, Biocidal Products Regulation) e il rapporto tra sanificazione, pulizia e disinfezione e a segnalare le varie normative collegate è un intervento presentato nella pubblicazione CLP-REACH.

Ne consegue che prodotti ad azione disinfettante che riportano in etichetta il termine sanificante si considerano rientranti nella definizione di prodotti biocidi la cui immissione sul mercato deve rispondere ai requisiti del Reg. (UE) N.528/2012. In particolare, secondo la nota del Ministero (D.M. del 7 luglio 1997, n.274, che fornisce una definizione di cosa sia la sanificazione, o alla Nota del 22 febbraio 2019 del Ministero della Salute), la definizione ‘sanitizzante/sanificante’ andrebbe attribuita a prodotti contenenti principi attivi in revisione come biocidi disinfettanti che, tuttavia, non avendo completato l’iter di valutazione, non possono vantare in etichetta l’efficacia disinfettante

I rischi delle sostanze utilizzate

Nei prodotti si segnalano tra i principi attivi contenuti nei prodotti per la disinfezione presenti sul mercato e maggiormente utilizzati, si trovano:

• Alcoli: etanolo, propan-2-olo sono caratterizzati soprattutto dalla loro capacità intrinseca di esplicare effetti acuti a livello oculare e/o inalatorio, risultando al contempo altamente compatibili con i materiali metallici e su superfici dove altri prodotti non possono essere applicati per la disinfezione

• ipoclorito di sodio è molto tossico per l’ambiente acquatico (effetti acuti e a lungo termine)”. Si indica che “per contenere questi potenziali danni la disinfezione deve essere preceduta da un trattamento di pulizia delle superfici”.

• sali di ammonio quaternario (ampiamente presenti nei prodotti in commercio) analogamente all’ipoclorito di sodio, anche questi sali “esplicano il loro effetto tossico agendo sul sito di primo contatto attraverso un meccanismo di azione aspecifico determinando effetti locali, quali irritazione e/o corrosione, anziché sistemici. Pertanto, la valutazione del rischio è essenzialmente volta al controllo e alla gestione attraverso l’individuazione di opportune misure, quali l’adozione di DPI, la definizione di procedure e l’adozione di dispositivi che limitino l’eventuale insorgenza di effetti avversi”.

I rischi dei generatori “in situ”

Si formano a partire da precursori e tra i principi attivi più comuni generati in situ e utilizzati nei prodotti per la disinfezione e sanificazione delle superfici ci sono il cloro attivo e l’ozono.

• Riguardo al cloro attivo generato in situ la valutazione del rischio condotta in fase di approvazione del principio attivo ha evidenziato un rischio non accettabile dovuto all’inalazione da parte di utilizzatori professionali durante il trattamento di disinfezione di grandi superfici, se ne sconsiglia, quindi, lo sversamento diretto sulle superfici. Inoltre, la Circolare del Ministero della Salute N.17644 del 22 maggio 2020, considerata la capacità del cloro attivo di causare irritazione cutanea, suggerisce di limitare l’utilizzo al solo personale addestrato provvisto di guanti e di altri DPI.

• Il principio attivo biocida ozono generato in situ a partire da ossigeno è “attualmente in revisione e valutazione ai sensi del BPR” – Si ricorda che l’ozono esplica il suo effetto tossico “attraverso effetti a breve termine (prevalentemente reversibili) quali l’irritazione oculare e delle vie respiratorie superiori, oltre a sospetti effetti cardiovascolari.

Altre 2 tecniche molto valide ma pur sempre pericolose sono il trattamento con raggi UV a bassa lunghezza d’onda e la vaporizzazione/aerosolizzazione del perossido di idrogeno:

• le radiazioni UV-C, comprese tra 180 nm e 280 nm, sono in grado di provocare gravi danni agli occhi e alla cute – l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato la radiazione UV nel Gruppo l come “agente cancerogeno certo per l’uomo”

• il perossido di idrogeno applicato mediante aerosol o vapore per la disinfezione delle superfici e degli ambienti “è un principio attivo approvato ai sensi del BPR. Il perossido di idrogeno vaporizzato si converte rapidamente in ossigeno e acqua determinando un basso impatto ambientale. Dal momento che il perossido di idrogeno è un liquido comburente, corrosivo per la cute e nocivo per ingestione e inalazione si raccomanda l’uso del metodo di applicazione ai soli operatori professionali.

In sintesi

Cosa dobbiamo valutare per procedere con queste procedure senza recare danno alla nostra salute e quella dei lavoratori?

  • consultare le SDS dei prodotti utilizzati;
  • consultare i libretti di uso e manutenzione delle attrezzature utilizzate;
  • indossare dispositivi di protezione individuale (DPI) sempre idonei al tipo di lavorazione
Ricordiamo che per l’analisi e la gestione di qualsiasi attività lavorativa la nostra Azienda fornisce tutta l’assistenza necessaria per poter adempiere a pieno a quanto previsto dalla normativa vigente fornendo ai nostri Clienti il manuale di applicazione del protocollo antincontagio completo di modulistica, registri e cartellonistica.

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