Covid manager, possiamo parlare di una nuova figura professionale?

L’epidemia di Covid-19 ha generato nuovi problemi. Quello sanitario è stato il primo e il prevalente: abbiamo imparato a conoscere un nuovo virus, la sua evoluzione, il suo comportamento ed il modo migliore per combatterlo. Uno dei tanti problemi è stata la gestione dei posti letto in ospedale, fino ai trasferimenti tra un ospedale all’altro, per non parlare della gestione extraospedaliera.

Tutti i vertici dello Stato, le Istituzioni hanno dovuto dare una risposta immediata elaborando nuove strategie per fare fronte all’ultima sfida. Vecchie professioni sono state stravolte e forse avranno un fine, mentre altre nasceranno..

AAA Covid manager CERCASI?

Negli ultimi giorni, il termine “Covid manager” ha iniziato a diffondersi nel web e tra il parlare dei professionisti legati al mondo della sicurezza sul lavoro. Se iniziamo a cercare su Google la parola Covid manager questo ruolo inizia sempre ad essere più ricercato. L’area geografica in cui è maggiormente ricercato sono le Regioni di Lombardia e Veneto. Questo ruolo si vedrà ricercarsi anche nelle altre Regioni?

Covid manager, chi è, cosa fa e cosa farà?

Il 17 aprile scorso, la Regione Veneto, che è stata pesantemente colpita dall’epidemia ma che ha anche mostrato una delle migliori capacità di reazione, ha annunciato il progetto “Fase 2 – Riapertura delle attività produttive”, lanciando la richiesta, ad aziende e organizzazioni, di fare pervenire osservazioni e suggerimenti. Nella nota stampa, si affacciava la possibilità che le aziende individuassero un Covid manager come figura di riferimento di un Piano aziendale dei rischi Covid. Il 12 maggio scorso la Regione ha approvato il documento Manuale per la ripresa delle attività produttive – Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari.

La Regione Lombardia con l’ordinanza n. 532 del 24/04/2020 e la Regione Veneto, nelle “Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari” del 29/04/2020, hanno per prime introdotto la figura del COVID-MANAGER. Il COVID-MANAGER ha funzioni di coordinamento per l’attuazione delle misure di prevenzione e controllo anticontagio da COVID-19 e costituisce il principale referente aziendale con le strutture del Sistema Sanitario Regionale e gli enti di controllo.

Ad oggi le istituzioni nazionali (Governo, Parlamento, Protezione Civile, Ministeri e simili), hanno emanato 263 atti con valore normativo; le Regioni invece hanno emanato 577 ordinanze e simili, oltre a 101 protocolli, note esplicative, “precisazioni e chiarimenti” etc. una infinità di norme che ha lasciato non solo il cittadino, ma anche il professionista tecnico spesso disorientato, tante piccole variazioni emesse anche ad orari più impensabili costrigendo tutti ad una nuova lettura ed aggiornamenti dei protocolli in essere.

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In questa piena confusione le imprese si sono mosse per tutelare loro stesse ed i propri lavoratori attraverso lo studio e l’implementazione di protocolli che siano realmente efficaci nella protezione dal rischio di contagio, che aiutino la produzione e si mostrino convincenti con le autorità, con l’obiettivo di evitare dolorose sospensioni delle attività lavorative e/o contenziosi.

Da non sottovalutare la quasi certa possibilità di dover convivere ancora a lungo con l’epidemia pur avendo tutta la forza di volontà possibile immaginabile; importante è imparare a sopravvivere e dotarsi di una organizzazione efficace e bilanciata nel lungo termine. Ecco per cui nascono programmi formativi come Covid manager o certificazioni come Compliance Assessment BMT-CAS-COV, oppure il Protocollo BMT-SARS-COV. Inoltre la figura Covid Manager ha iniziato a presentarsi tra le ricerche di personale e diverse agenzie per il lavoro si stanno orientando a fornire questo tipo di figura.

Abbiamo sicuramente la possibilità concreta di trovarci davanti a nuove sfide professionali, almeno nel contesto Europeo ed a oggi è sicuramente difficile trovare sul mercato consulenti o tecnici che possano vantare una lunga esperienza in questo campo, anche se magari è possibile trovare qualcuno che abbia lavorato in estremo oriente tra 2002 e 2003, quando imperversò il predecessore del coronavirus attuale, che abbiamo chiamato SARS ma che in realtà era stato denominato SARS-CoV-1 (l’attuale è il SARS-CoV-2).

Meglio rivolgersi a professionisti che possano vantare una consolidata pratica nell’analisi e nell’adeguamento dei sistemi di gestione per la salute e la sicurezza; magari con una professionalità acquisita con la visione al territorio internazionale, per accedere a esempi e informazioni che possono essere utili.

Il fattore critico però deve essere il possesso di una pluralità di esperienze, in modo da trovarsi di fronte un professionista duttile, che abbia fatto della propria carriera un continuo studiare per rimettersi in gioco. Spesso, infatti, uno sgradevole effetto collaterale dell’anzianità lavorativa è una certa rigidità nel reinventarsi e non rimanere fermi sulle proprie posizioni acquisite negli anni precedenti.. Il mondo è cambiato…

La norma UNI 11720:2018 delinea il profilo dell’ HSE Manager, osserviamo il futuro!

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